Sono un’altra cosa. E’ vero, sono in bianco col velo, in lungo, in tailleur, anche loro. Ma sono un’altra cosa. Lo si sente durante la cerimonia, quando l’occhio coglie i segnali indimenticabili di un’emozione legata al senso pieno del bello. Lo si sente guardando la sposa, nella quale, insieme alla gioia della scelta di vita, si respira una voglia di autenticità raffinata e colta, proprio nell’abito che indossa.
“Ma in che cosa sono diverse le tue spose?” – “In tutto!” – risponde Giuliana Orsini – “Io voglio una donna vera e autentica nella sua naturale eleganza. Voglio una donna che esprime la sua morbida femminilità e autenticità, anche nella stoffa, negli accessori, studiati caso per caso: i guanti, le scarpine dello stesso tessuto, perfino la foggia del tacco ricercata per armonizzarsi con l’insieme. E le bomboniere, gli addobbi scelti assieme al vestito. Abiti perfetti, secondo l’antica tecnica sartoriale della <
E in quale tessuto? “Rigorosamente in seta: crepe de Chine, crepe georgette, crepe cady, in micado, in doppia organza. La linea è dettata dalla caduta naturale della stoffa e dall’eleganza del corpo femminile, che oggi è universalmente bello e armonioso.” Pensi alle spose giovanissime: e le altre? “Non c’è età per questi abiti, serve solo un’ambientazione elegante, sia per il matrimonio religioso che per quello civile. A Trento le sale del Palazzo Geremia, per esempio, sono splendide e permettono addobbi e cerimonia eleganti, purché pensati e concordati anticipatamente con il sig. Gerry, responsabile de Palazzo. Dentro quest’atmosfera straordinaria il colore che più vedo alle mie spose è quello della seta naturale, il colore caldo che veste.”
Le spose di Giuliana Orsini nascono in un laboratorio alimentato continuamente da una mente aperta e inventiva, da intuizione e da anticonformismo.
“La mia formazione è iniziata nell’alta moda, dove apprendi ogni segreto di un laboratorio che ti costringe a risolvere tutti i problemi da solo. Uno dei miei ricordi più belli è legato ai signori Antonio e Renata Ancora, grandi ed esigenti maestri. Nella mia prossima collezione di vestiti da sposa tutto viene realizzato su misura e può essere personalizzato per valorizzare quell’unicità che distingue una donna da un’altra; dove il dettaglio determina l’armonia e la flessiblità del modello. Naturalmente c’è un’ampia scelta di capi già pronti, non solo per la sposa ma anche per il suo seguito e per gli abiti che compongono la valigia da viaggio degli sposi.”
E l’acconciatura? “Dev’essere naturale e femminile, coperta da un velo di seta crepe georgette (non di tulle), che può scendere anche sulle spalle. Basta con le spose-meringa o bignè, ma spose raffinate, eleganti, con abiti lineari che sembrano fatti di niente, eppure sempre nuovi. Spose che possono sfidare il conformismo, mettendosi in nero, un colore che fa parte della storia del costume nuziale in tutti i paesi nordici e anche dell’italia degli anni ’20.
La sposa nera è una sposa diversa, senza svolazzi, fresca e intelligente, una sposa che inneggia alla semplicità, ma anche una sposa con qualcosa in più:”